Cosa e' il mastering?

Comunemente si associa il processo di masterizzazione a quello di "scrittura del cd". In realtà questa è la stampa...
Per masterizzazione si intende quel processo, analogico e/o digitale, che rende le tracce audio omogenee ed equilibrate per adeguarsi agli standard attuali del mercato musicale e delle ultime piattaforme di streaming.
La masterizzazione serve anche a plasmare la sonorità desiderata del programma musicale trattato, rispettando le esigenze del produttore o dell'artista. Per eseguire tali processi occorrono macchine e DSP mirati, di ottima qualità e soprattutto ben inseriti all'interno della catena audio, oltre che sapientemente regolati. Il segreto per un risultato di ottimo livello infatti è semplicemente sapere e sentire cosa si sta facendo! La competenza e la professionalità contano molto più dei plugins!

Descrizione del servizio

Dopo aver completato il vostro mix o dopo averlo ricevuto da voi (risoluzione fino a 24bit/96KHz) si procede ad applicare i processi necessari totalmente in dominio digitale (compressione multi-banda anche parallela, equalizzazione lineare multi-banda, brickwall limiting e dithering). Vengono accuratamente tenuti sotto controllo tutti i livelli di picco RMS, loudness, LUFS, rispettando se necessario le limitazioni imposte dalle principali piattaforme di streaming come YouTube, Soundcloud, etc. A richiesta è possibile imprimere sul CD fisico il codice IRSC fornitovi da terzi. Si assicura un lavoro professionale eseguito sfruttando l'esperienza pluridecennale. Vengono utilizzate macchine hardware digitali, plugins accelerati e ascolti di livello professionale che assicurano una massima resa sonora senza perdite di dati.

Gears list

- Workstation Apple M2 + Softube Console One con emulazioni 1:1 di Solid State Logic, compressori TubeTech, Weiss DS1 mastering compressor

- Monitoring livelli RMS e loudness LUFS: TC Eelctronic Clarity M Stereo

- Convertitori D/A: Audiolab M-DAC (made in UK) con chip ESS Sabre32 9018 a upsampling 384KHz/32bit, Cyrus DAC XP (made in UK), AKM chip AK4621EF

- Preamplificazione Cyrus Audio (made in UK), Audiolab (made in UK), con cablaggi Van Den Hul (made in Holland)

- Monitor di riferimento Genelec 1032C (made in Finland) per il mastering, Mackie HR824 MK1 (made in USA), Yamaha per il mixing + SVS (USA) subwoofer in sospensione pneumatica, cuffie in-ear Sony MDR-EX500

- Streamer di rete Yamaha NP-S303 Natural Sound, testato BitPerfect 1:1 con uscita digitale coassiale SPDIF a 75 Ohm con cavo Van Den Hul (made in Holland)

- Trasporto CD Yamaha CDX-550 Natural Sound (made in EU) con uscita SPDIF

Samples di valutazione

Per valutare al meglio la qualità del risultato potete ascoltare alcuni esempi in streaming dal mio canale YouTube:
Retro-Pop by Saturn Syndacate
Indie-Pop by AVEC

Oppure dalla mia pagina ReverbNation
REVERB NATION PAGE


Se volete approfondire potete scaricare dal mio FTP vari samples non compressi.
In alcuni casi è possibile ascoltare anche il mix originale per valutare il processo.

MASTER Sample Retro Pop per Cambridge MT
MASTER Sample Pop Rock per Cambridge MT / MIX per confronto
MASTER Sample Funky per Cambridge MT
MASTER Sample folk rock per contest Lewitt
MASTER Sample metal per Cambridge MT
MASTER Sample rock per Cambridge MT
MASTER Sample dance / MIX per confronto
MASTER Sample rock / MIX per confronto
MASTER Sample indie rock

Come viene prodotto un disco
Significato AAA AAD ADD

Le tre lettere che si trovavano sul retro della copertina dei CD indicano tutto il processo per la produzione del disco. La prima lettera identifica la "ripresa" cioè la registrazione della traccia singola tipo la voce, la chitarra, la cassa, il rullante, etc che può avvenire su nastro (ancora oggi in alcuni casi) o su supporto digitale (99.999% dei casi da anni). La seconda lettera identifica il mix, cioè in quale ambiente, o meglio in quale tipo di macchina vengono mixate tutte le singole tracce riprese, su banco mix o su sommatore analogico (scomparso) o su banco digitale/workstation. La terza lettera identifica il master che ovviamente oggi e' solo digitale. Sull'eventuale vinile ci viene riversato solo DOPO. Mettiamo i paletti temporali: prima del 1992 non esisteva nulla di digitale in studio, poi hanno cominciato le maggiori major con alcuni artisti di punta tipo Jackson. Il concetto di master è arrivato poco dopo, approssimativamente nel 1994.
Esempio pratico: un cantautore che canta e suona una chitarra. Con microfoni ANALOGICI molto costosi si riprende separatamente (momenti e ambienti diversi) voce e strumento. Le due tracce (in realtà sono almeno 4 o 5 nel caso piu' semplice di cantautore, considerando una seconda voce armonizzata, la ripresa dei riverberi ambientali naturali con sistemi mid-side, etc etc etc) vengono convertite in digitale con convertitore ADC (il contrario del DAC) e diventano file audio non compressi in alta risoluzione (24 o 32 bit a 44/48/96/192KHz). Nella workstation controllata da banco mix digitale si mixa il pezzo e si fa sound sculpture (editing) sistemando tempo, intonazione, equalizzazione, compressione (non usata in jazz, classica etc per mantenere la dinamica). Infine si definisce il processo di mastering (eq fine, compressione fine, limiting), ed esce il file stereo finito che viene riversato sui vari supporti fisici e liquidi (con trattamenti diversi a seconda del supporto per rispettare la qualità di distribuzione, tipo livelli massimi LUFS e di compressione dati di youtube etc). Tutt'oggi, opzionalmente, si utilizza un passaggio aggiuntivo su nastro con macchine Studer che aggiungono potenza e dinamica paurose. Processo che ha senso solo con convertitori decenti tipo Prism da decine di migliaia di Euro.

CD player, DAC

La traccia sul cd e' un solco continuo come il vinile, quindi la lettura viene fatta "on the fly" cioè al volo, in tempo reale. Mentre un lettore di rete legge buona parte del file, poi lo mette in una memoria cache e poi lo invia come flusso dati, il laser del cd player legge e invia i bit al volo. Quindi la prima cosa che conta è il FOCUS del laser cioè quanto precisamente mette a fuoco la traccia per rimanere sul solco o meglio sul percorso. Seconda cosa importante è il SERVO cioè il motorino che tiene il laser in posizione e lo sposta per seguire il percorso. Se questi due elementi sono economici o hanno oltre 10 anni genereranno bit persi, bit ripetuti, bit che nn sono a giusto tempo di CLOCK (c'è un orologio al quarzo preciso che scandisce il tempo, diciamo che fa da direttore d'orchestra per tutti i dati digitali). Questi errori che si generano vengono in parte o quasi completamente corretti dal sistema di CORREZIONE dell'errore (una routine contenuta nel firmware di gestione del player) che ovviamente piu' avanzato è, meglio funziona. Un TELAIO stabile e pesante stabilizza il disco che ruota abbastanza velocemente. Se c'è l'uscita ottica TOSLink, un CHIP di controllo economico determina ulteriori fenomeni di errore di tempo, chiamati anche JITTER, che inevitabilmente arrivano al DAC. Quindi molto meglio usare uscita SPDIF con cavo coassiale a 75 Ohm, ancora meglio la AES a 110 Ohm. Tutti questi errori, se passano e se sono udibili, si manifestano come ripetizioni o mancanze di piccole frazioni di suono. In caso di presenza e utilizzo del DAC interno, una configurazione dual mono è da preferire, ma è sempre meglio un DAC separato. Non è importante solo il chip DAC usato e la loro quantità, conta soprattutto lo stadio finale, su cui preferire la presenza di componenti discreti rispetto ai classici ed economici operazionali che introducono una timbrica di solito indesiderata.

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